domenica 1 gennaio 2006

Rivincita, di Cristian Fuser

Di punto in bianco un bel giorno mi accorgo di riuscire a spingere forte (ovviamente "forte" è soggettivo, circoscritto al soggetto di cui si parla, quindi di me :-)) su competizioni corte. Sui 10 km vado sotto i 4'25" di media al chilometro, non male se fino a poco tempo prima facevo fatica a scendere sotto i 5' di media su pari distanza. E questo è tutto grasso che cola in ottica della preparazione per la Venice Marathon. Caldo, afa non sono certo i migliori compagni di viaggio per gli allenamenti per una maratona, ma lo slancio che ti dà una rilevazione cronometrica tosta non ha eguali! Marco e il Freccia Rosso mi prendono in consegna per delle sessioni di allenamento specifiche e forzate...mi accorgo di essere in grado di seguirle e completarle con successo! Non seguo più una tabella di allenamento anonima, ma un qualcosa di più specifico, più ritagliato sulla mia fisionomia di "atleta": per dirla alla Fabrizio, "basta correre col cervello e con metodo". La premessa è d'obbligo, perché è un tutt'uno con la mia Venice Marathon. Passo passo sono diventato una macchina da guerra, non ho alcun timore alla partenza, aspetto solo il momento dello start per mettere su strada quanto preparato nei mesi precedenti, so che ce la posso fare, so che ad un certo punto probabilmente avrò anche una fase di crisi, ma sono pronto!
Con queste sensazioni vivo gli ultimi giorni, teso quasi al limite, impaziente di sfidarmi. Già, perché la sfida è solo con me stesso, sono io il mio unico avversario da battere. Faccio inoltre il carico di adrenalina con chiunque mi chieda della maratona; tutti quelli che hanno visto la mia progressione negli ultimi mesi, si aspettano da me un grande risultato, che per proiezioni matematiche ci poteva anche stare, ma una maratona non è mai banale e bisogna stare con i piedi per terra!
Domenica mattina mi sveglio sufficientemente riposato e raggiungo il mio gruppo sportivo, viaggiamo insieme verso la partenza in un clima allegro, ognuno ha il proprio obiettivo, ognuno ha degli aneddoti da raccontare ed i novelli maratoneti respirano quest'aria nuova, non sapendo ancora cosa li aspetterà.
Cambio, bagno, consegna sacche, urlo di incitamento, in bocca al lupo a tutti, rimaniamo Salvatore ed io, chiusi in ultima gabbia ad attendere per 40 minuti il momento della partenza. Sono abbastanza tranquillo, ho in mente la tattica di gara da seguire, spero solo di non restare troppo tempo imbottigliato tra la gente e sbrigarmi a trovare il ritmo.
L'ultimo in bocca al lupo a Salvatore e poi si parte, sulla sinistra del percorso, in esterno, tento di sorpassare la gente che va più lenta...fortunatamente non ci metto molto e già dal secondo km ho raggiunto la mia velocità di crociera. Procedo a buon passo, qualche secondo più veloce del preventivato, ma non faccio fatica. Il ritmo mi consente di fare la cosa più importante: godermi il percorso e divertirmi! Non sono in ansia per il risultato e non sono in ansia per i segnali del mio corpo, tutto procede bene.
Sono partito talmente indietro che i primi palloncini che supero sono quelli delle 4h30' (quasi subito devo dire) e in breve tempo recupero anche quelli delle 4h. Mi assesto poco dietro i palloncini delle 3h50', che hanno qualcosa da recuperare rispetto al tempo ufficiale, infatti vanno più forte della media che dovrebbero tenere...
Va tutto bene, la gente incita, do il 5 a tutti i bambini a bordo strada, applaudo tutti i gruppi musicali che allietano il nostro passaggio, me la sto proprio godendo! Sistematico, poco prima di ogni ristoro prendo la mia pastiglietta di maltodestrine, poi al ristoro prendo la bottiglia d'acqua e ne bevo un sorso; agli spugnaggi mi rinfresco costantemente. Il percorso è molto bello, a parte il tratto in cui si passa tra le fabbriche. Di gente ce n'è molta, soprattutto a Mestre, il passaggio in piazza Ferretto è veramente fantastico! Poco dopo la piazza scorgo davanti a me una maglia della fossaltina, era Flavio. Lo raggiungo, mi affianco, ci salutiamo, ennesimo in bocca al lupo e continuo per la mia strada. Che differenza rispetto allo scorso anno!!! A questo punto di gara ero già morto (pur andando più piano) oltre ad essere completamente bagnato e pieno di freddo a causa della pioggia e del vento...quest'anno sono sì bagnato, ma a causa del sudore per il gran caldo patito e la forte umidità. Sto aspettando comunque di raggiungere il punto critico della competizione: il 30esimo km con l'ingresso al parco San Giuliano attraverso il ponte pedonale. Qui c'è il mio secondo incontro, davanti a me scorgo Fabio, lo recupero appena prima del ristoro, ci incitiamo a vicenda, poi proseguo. Appena dopo al ristoro è Stefano che mi vede, mentre lo stavo sfilando; un in bocca al lupo anche a lui e tiro dritto. I saliscendi del parco e i molti cambi di direzione mi tarpano un po' le ali, faccio fatica, non sono più brillante come prima. Ma i 30 km sono solo di riscaldamento, la maratona comincia adesso! Mi metto in posa per Paolo, che mi fotografa alla fine del parco e poi sono pronto per affrontare il ponte della Libertà. Pronto? Insomma, non si direbbe tanto...è arrivato il momento critico! Comincia la crisi, il ritmo cala sempre più e mi ritrovo a camminare un po'...faccio veramente fatica ed arrivare al ristoro a metà ponte è stato proprio complicato! Ma è proprio qui che mi scatta qualcosa, questo è il momento clou di tutta la corsa ed il segnale forte che la maratona questa volta non mi batterà! Mi rimetto in marcia e mi gestisco, non più al ritmo iniziale perché non ce la posso fare, ma trovo il ritmo adeguato che mi consenta di andare avanti senza intoppi!! E finalmente questo c@zzo di ponte finisce e approdo a Venezia! E qui l'incontro che non mi aspettavo: Francesco e Stefano camminano davanti a me! Sorpreso e dispiaciuto (purtroppo il loro obiettivo è sfumato) li sorpasso con il solito incitamento e procedo. Ho le gambe stanche, quindi quando cominciano i ponti, sulle passerelle di salita, devo stare attento a non forzare perché sento che i crampi sono pronti ad affiorare...qualcuna la faccio anche camminando. Ma ecco il ponte tra punta della dogana e i giardini, segnale che manca veramente poco! Poi l'ingresso in piazza San Marco, veramente suggestivo, ma dopo 40 km abbondanti, fare quei cambi di direzione è proprio deleterio!! Appena fuori piazza San Marco, il mio ultimo incontro: Ermete sta camminando, vittima di crampi. Procedo, ormai ci sono e guardando il mio garmin, è chiaro che sto raggiungendo il mio obiettivo! Ultimo ponte, discesa verso il traguardo, non mi lancio nello sprint perché veramente il crampo è pronto a fregarmi, l'incitamento della mia ragazza e degli amici mi fanno sorridere ed esultare, passo sotto il traguardo con il tempo di 3h56'52", ciò che volevo!!

1 commento:

  1. Grandissimo Cristian! Da solo contro il tempo, la crisi, il caldo e questa volta ne sei uscito ancora più vincitore!
    Salvatore

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