martedì 3 febbraio 2015

Corsa par e strade de Preganziol e dintorni

Inizio d’anno spumeggiante per la flotta arancione “Oll Scars”!! Tantissimi dei nostri presenti alle prime corse dell’anno…non si smentisce la tappa a Preganziol, che vede circa 18 “fossaltini” ai blocchi di partenza.
Il racconto di gara è lasciato alla “penna” di Fabrizio.

Anno domini 2015, primo giorno del mese più corto dell’anno. Preganziol.
Un manipolo di scarsoni con la passione per l’arancione e la corsa (oltre che per altre due/tre cosette che, per questioni di decoro, in questa sede, non enucleo), si ritrovano al via della prima tappa del CPT.
In realtà, il freddo non ostacola le velleità di migliaia di partenti sulle tre distanze proposte.
Personalmente, staziono nei pressi della partenza, novello Caronte, per traghettare il fido Max al taglio del traguardo della distanza intermedia (12.3 km) entro i 51’ (4’10”/12” al km).
Arrivati in loco, io e Max, con congruo anticipo, dopo il caffè di rito, imbastiamo un riscaldamento adeguato. Vista la temperatura, riscaldamento è una parola più che appropriata.E dato che in tre ci si scalda meglio, si aggiunge, strada facendo, il buon Giancarlo.
Ore nove: pronti, partenza, via.
Cerchiamo di divincolarci nel traffico del primo km. Con successo.
Al secondo km si riesce già a correre con disinvoltura: Max incollato ai calcagni del sottoscritto come sanguisuga alla giugulare.
Manteniamo costantemente un passo di 2”/3” al km più veloce del previsto, iniziando già al terzo km una teoria dei sorpassi che s’esaurirà solo al traguardo.
Il vento contribuisce, spirando a favore per la maggior parte del percorso.
All’altezza della biforcazione dei percorsi di 22 e 12 km, interpretiamo male l’indicazione, venendo tratti in inganno da runners che, precedendoci, imboccano la strada sbagliata. Fortunatamente realizziamo subito di star sbagliando e riprendiamo la nostra marcia correttamente.
L’episodio ci costa otto/dieci secondi di stop ed una seccante ripartenza da fermo.
Nella foga di recuperare il tempo perso, riparto troppo violentemente e m’accorgo che Max non è alle spalle, ma leggermente staccato.
Attendo ed inizio a spronarlo. Mancano poco più di due km e sta tenendo duro sui suoi livelli migliori.
Km dieci: inspiegabilmente, proprio nell’istante in cui io e Max ci ritroviamo a percorrere una stretta stradina di raccordo, la polizia concede all’autista di un tir (trasporto cavalli) di far manovra.
Respiriamo gas di scarico a pieni polmoni e cerchiamo di passare nell’unico corridoio di mezzo metro a disposizione, a bordo strada. Contemporaneamente scagliamo invettive contro il responsabile del creato tutto, nella variante “Zio”, contro il conducente del tir e contro le forze dell’ordine che precedono il mezzo, considerando evidentemente necessario lo spostamento dell’autoarticolato in quel preciso istante.
Chiusa quest’amena parentesi, siamo ormai a cinque minuti dal traguardo. Mi rendo conto che Max non ha le forze per aumentare ulteriormente il passo. Continuo a sollecitarlo. Resto con lui fino ai – 400 mt, poi allungo, taglio la dirittura finale in 49'55", attendendo il suo arrivo, 15”/20” dopo.
Missione compiuta: il passo medio è decisamente migliore del previsto. Max soddisfatto. Io idem.
Tornato a casa, m’aspetta il secondo round. Un’ora di bici in agilità col fido Francesco Brussolo.
Riusciamo a scansare la pioggia. A Mezzogiorno sono a casa, pago della mattinata sportiva ed ebbro dei miei gas (cit. Elio) causa digestione tardiva!

Nessun commento:

Posta un commento