Maratona di Firenze 2014. Giornata uggiosa e umida. Tanta, tanta gente. Presenti, nelle gabbie: io, Cristian e Alberto ma non ci siamo visti a causa della moltitudine di corridori. Sono patito con la massa di corridori e il serpentone si è spalmato per le strade di Firenze compatto, quindi non c’era modo di correre col proprio ritmo: era necessario adeguarsi alla massa. Io sono “evaso” dalla processione e, approfittando dei vialetti laterali o dei marciapiedi, ho finalmente potuto correre a modo mio. Ho inseguito i palloncini delle 3.30 fino al 18 km e poi ho iniziato a rallentare inesorabilmente. Non ho mai mollato, fermandomi solo ai ristori dopo la mezza. Quando sono arrivato davanti al duomo, dopo il 40° km (almeno credo), mi sono sentito chiamare e l’incredibile Aldo era li, appiccicato alle transenne, forse non l’ho nemmeno salutato per la stanchezza. Mi sono sentito battere la spalla, era Alberto che mi faceva coraggio vedendomi ansimante. Alberto mi ha superato ed io ho cercato, inutilmente, di seguirlo. Mi sono fermato un secondo davanti al tabellone che indica i 41 km per la foto che faccio ogni volta ed è diventata una tradizione per me. Poi via, verso il tappeto blu percorrendo “l’interminabile” ultimo chilometro. Ho finito questa maratona davvero stremato. Fortunatamente non sapevo che Cristian era di poco dietro a me altrimenti avrei avuto una scusa per fermarmi nell’ultimo tratto di corsa. Organizzazione perfetta, bella partecipazione di gente che, forse, era costituita principalmente dai parenti dei corridori. Triste sciagura, la morte di un corridore di 38 anni a un chilometro dall’arrivo. Anche Firenze è andata. A Dio piacendo la prossima corsa a Pisa.
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