Primavera difficile quest'anno. Una serie di contrattempi mi rendono problematica la scelta degli obiettivi stagionali. Rinuncio mio malgrado alla maratona primaverile a causa di un infortunio che mi tiene completamente fermo per un mese e poi la ripresa con calma; un altro problema ad un piede mi fa perdere dell'altro tempo prezioso; un possibile impegno per la data della Moonlight mette in forse la mia partecipazione...insomma, per fine marzo riesco a mettermi a lavoro come si deve, per i primi di aprile riesco ad iscrivermi alla Moonlight e finalmente stendo il programma di avvicinamento. 8 settimane di allenamento divise in 2 tranche: le prime cinque sui 10 km, con obiettivo la Corrimestre del 4 maggio e poi, le altre 3, per aggiungere chilometraggio in ottica Moonlight.
Va tutto bene, le settimane scorrono senza ulteriori contrattempi ed il test mestrino mi dà dei buoni segnali. Allo stesso modo le successive 3 settimane procedono come da programma, anche se accuso un po' di stanchezza nell'ultima, ma mi occupo solo di scarico, per cui alla partenza da Cavallino sarò in forma.
In fase di avvicinamento non ci penso, non ho un obiettivo fissato, se non quello di avere una forma che mi permetta di affrontare la gara spingendo dall'inizio alla fine senza cedimenti, che poi ne esca il mio PB o meno, è un altro paio di maniche. Ma nell'ultima settimana, il mio personal trainer scopre le carte: obiettivo ambizioso di ritoccare il mio PB, oltre ad aver trovato un pacer a mia disposizione, che mi aiuti nel raggiungere quello che cerco. L'unico pensiero diventa quindi quello di curare la giornata, in modo da arrivare all'orario di partenza nelle migliori condizioni.
Dopo aver fatto un opportuno riscaldamento, sento un fastidio al polpaccio sinistro, quello che mi ha tenuto fermo quest'inverno...ma scopro che Enrico, il mio "personal pacer" è fisioterapista, mi massaggia per una decina di minuti e torno come nuovo!
Alle 19.30 in punto viene aperto l'accesso alla gabbia e mi fiondo dentro. Sono proprio all'inizio della seconda gabbia, quasi al nastro divisorio con la prima, non ne sono abituato. Con me ci sono Enrico e Marco: Marco ci abbandonerà subito dopo lo start, ha un altro ritmo, mentre Enrico ha il mio garmin, controllerà lui il ritmo di gara, io dovrò "solo" fare andare le gambe.
Partenza! In mezzo alla folla ricevo subito un calcio sotto al piede, mi pare anche di sentire un commento della serie "se vai piano, parti indietro"...ma se sono nella seconda gabbia è perché me la sono guadagnata, non perché ho dichiarato il falso...è come se io gli avessi detto "se sei cretino, non venire a correre", ma non c'è divieto per i cretini, quindi soprassedo, ho altro a cui pensare!! A parte questo particolare, non ho avuto problemi di traffico, il serpentone è andato spedito ed anche alla prima curva secca verso sinistra, non ci sono stati ingorghi problematici. Visto che il mio garmin ce l'ha Enrico, chiedo a lui riscontri cronometrici, per farmi un'idea di come stiamo andando; i segnali ai primi 2 km indicano che siamo un po' troppo allegri come andatura, dal terzo siamo già in linea. Ho le gambe un po' rigide, mi sembra di essere a corto di fiato...Enrico parla e scherza con tutti, racconta barzellette e tiene costante il ritmo. Non ho visto altri Oll Scars nei paraggi per il momento: Marco e Giancarlo sono sicuramente davanti, mentre mi aspetto da un momento all'altro il sorpasso dei triatleti.
Cercando di mantenere il ritmo e rispondendo a monosillabi alle battute di Enrico, sforzandomi anche di sorridere perché erano simpatiche, ma facevo fatica, siamo arrivati al decimo km, al passaggio del quale avevo programmato un tempo compreso tra i 46' e i 46'30". Tempo effettivo di 45'52", meglio del preventivato, si prosegue!
Al decimo km esatto, una voce mi dice "ma dove vatu da sol"...era Giorgio, il mio compagno di "battaglia" alla mezza di Paese, che partito un po' più indietro di me, mi ha recuperato e dopo avermi salutato, prosegue nel suo intento di abbattere il muro dell'ora e 35'. Avrei tanto voluto condividere con lui questo obiettivo come a Paese, ma l'ora e 35' non era alla mia portata.
Come detto, aspettavo i triatleti: una voce alle spalle sentenzia "me par che se drio 'ndar massa forte pal tempo che ve pensà". E' Enrico, non il mio pacer, ci ha raggiunti e ci stacca. Verso l'undicesimo arrivano anche Massimo e Stefano, viaggiano un po' più forte e ci staccano anche loro.
Arriva la salita del cavalcavia, poi la discesa, la curva stretta, il passaggio sotto e poi il tratto probabimente più complicato: quei 3 km tra andata e ritorno in cui prima guardi in faccia coloro che ti precedono e poi quando svolti, guardi in faccia coloro che ti seguono. Il nostro ritmo qui è leggermente diminuito (il tds dirà poi che la media è di un secondo più lenta rispetto ai primi 10 km) e le sensazioni sono migliori rispetto ai primi km. Nel tratto di andata vedo tutti i miei compagni che mi sono davanti e li incito, poi svolto e controllo anche quelli che mi sono dietro, scorgendo Attilio, Andrea, Moreno e un po' più indietro anche Fabio. Si arriva così al 18esimo ed è ora di cambiare marcia, dare tutto per gli ultimi 3 km. Enrico mi sprona tantissimo, ma una volta entrato in via Bafile le mie gambe non ne vogliono sapere...a fiato ci sono, ma il passo non incrementa. Anzi, un po' anche cala. Per quanto possibile cerco di tenere duro, Enrico continua ad incitarmi, ma non c'è verso, il cambio di ritmo non arriva.
Finalmente però davanti a me intravvedo il traguardo e capisco di essere veramente vicino...poi si dirada la gente che ho davanti e riesco anche a vedere il cronometro ufficiale che scandisce il tempo: è fatta!!! Esulto ancora prima di passare il traguardo, ho migliorato il mio personale!!!
Per questo risultato devo ringraziare:
- il mio personal trainer, Fabrizio, che mi ha preparato perfettamente;
- il mio personal pacer, Enrico, che mi ha sostenuto tutta la gara ed ha scandito il ritmo;
- Marco, con il quale abbiamo condiviso sensazioni ed impressioni, soprattutto nella tesa settimana che ci portava all'evento.
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