Comincia Fabrizio, sabato, in quel di Lio Piccolo, impegnato nella “Lagoon Run”.
Nella bellezza, la disfatta!
Questo, in quattro parole, il senso della mia partecipazione alla prima edizione della “Lagoon Run” in quel di Lio Piccolo.
La bellezza è quella mozzafiato della laguna: a destra e sinistra della strada di percorrenza, piccoli lembi di terra sospesi poco sopra l’acqua ferma, sulla cui superficie, la luce del sole, in una giornata senza nubi, regala dei riflessi unici, quasi magici.
Scenario di colori mirabili e particolari, con le sfumature di rosso e marrone di certe specie vegetali a rendere il transito nell’area un’esperienza da provare.
Correndo la “Lagoon run” ho vissuto una vera e propria sinestesia, una contaminazione dei sensi.
Beh, chiederete, in tutto ciò, la disfatta? La disfatta è legata alla mia prestazione podistica assolutamente pietosa.
Partito con l’intenzione di testarmi su determinati ritmi, mi sono ritrovato ben presto a fare i conti con gambe svuotate, corsa pinocchiesca, incapacità di rilanciare, sensazione di spossatezza e vento contrario: unico elemento naturale negativo. Un forte vento contrario, frontale e laterale per quasi la totalità del percorso, impossibile da gestire in gruppo, dato che di gruppi, dove io stazionavo, non se ne sono formati.
Facendo i conti con impegni lavorativi pressanti, nelle due ultime settimane, non sono riuscito a curare bene il recupero ed il risultato è stato una corsa in affanno, in costante difficoltà, ad un passo pessimo.
Peccato! Fino al secondo km, mi guardo attorno estasiato ed il ritmo non è male; dal terzo al quinto km un’agonia, dal sesto al decimo ho controllato, puntando il buon Giovanni di Amatori Chirignago, che so voler chiudere attorno a 3’55”/km, un ritmo comunque più alto di 7/8”/km rispetto a quanto stabilito alla partenza.
Nel finale allungo timidamente, precedendo il buon Giovanni e tagliando il traguardo in 42’21”, dopo aver percorso 10,7 km, in undicesima posizione, portando a casa una bottiglia di vino da regalare ai suoceri.
Del percorso ho già scritto, ristoro finale ottimo, parcheggi custoditi, bella gente! Forse le uniche, perdonabilissime, pecche sono state: la partenza ritardata di cinque/dieci minuti con i runners già allineati al nastro e l’unico ristoro posizionato all’ottavo km anziché al quarto km (cioè poco prima della sezione sterrata dove risultava impossibile allestirlo).
Corsa da segnare in agenda e vivamente consigliata!
Questo, in quattro parole, il senso della mia partecipazione alla prima edizione della “Lagoon Run” in quel di Lio Piccolo.
La bellezza è quella mozzafiato della laguna: a destra e sinistra della strada di percorrenza, piccoli lembi di terra sospesi poco sopra l’acqua ferma, sulla cui superficie, la luce del sole, in una giornata senza nubi, regala dei riflessi unici, quasi magici.
Scenario di colori mirabili e particolari, con le sfumature di rosso e marrone di certe specie vegetali a rendere il transito nell’area un’esperienza da provare.
Correndo la “Lagoon run” ho vissuto una vera e propria sinestesia, una contaminazione dei sensi.
Beh, chiederete, in tutto ciò, la disfatta? La disfatta è legata alla mia prestazione podistica assolutamente pietosa.
Partito con l’intenzione di testarmi su determinati ritmi, mi sono ritrovato ben presto a fare i conti con gambe svuotate, corsa pinocchiesca, incapacità di rilanciare, sensazione di spossatezza e vento contrario: unico elemento naturale negativo. Un forte vento contrario, frontale e laterale per quasi la totalità del percorso, impossibile da gestire in gruppo, dato che di gruppi, dove io stazionavo, non se ne sono formati.
Facendo i conti con impegni lavorativi pressanti, nelle due ultime settimane, non sono riuscito a curare bene il recupero ed il risultato è stato una corsa in affanno, in costante difficoltà, ad un passo pessimo.
Peccato! Fino al secondo km, mi guardo attorno estasiato ed il ritmo non è male; dal terzo al quinto km un’agonia, dal sesto al decimo ho controllato, puntando il buon Giovanni di Amatori Chirignago, che so voler chiudere attorno a 3’55”/km, un ritmo comunque più alto di 7/8”/km rispetto a quanto stabilito alla partenza.
Nel finale allungo timidamente, precedendo il buon Giovanni e tagliando il traguardo in 42’21”, dopo aver percorso 10,7 km, in undicesima posizione, portando a casa una bottiglia di vino da regalare ai suoceri.
Del percorso ho già scritto, ristoro finale ottimo, parcheggi custoditi, bella gente! Forse le uniche, perdonabilissime, pecche sono state: la partenza ritardata di cinque/dieci minuti con i runners già allineati al nastro e l’unico ristoro posizionato all’ottavo km anziché al quarto km (cioè poco prima della sezione sterrata dove risultava impossibile allestirlo).
Corsa da segnare in agenda e vivamente consigliata!
Di altra caratura la “Due Rocche”, abbinata poi alla mezza di Numana, che solo il nostro “Forrest Gump” Ermete poteva fare!
Weekend full immersion. Corse a manetta. Sabato 25 corsa a Cornuda di 21 km con dislivello positivo di…boh? Bella corsa in montagna, molto partecipata e organizzata bene. Peccato che sul sentiero, nel finale, tutte le distanze convergevano assieme dando origine a un ingorgo. Sempre emozionante correre vicino alle trincee. Divertente la partenza con ritardo di 5 minuti per aspettare che passasse un treno. Non sono ancora riuscito a capire il mio tempo finale. Domenica 26, potevo riposarmi? Ma certo che no. Ero lì, bello pronto e col pettorale appiccicato alla maglia degli Oll Scars, in quel di Numana, per affrontare la 21 km organizzata da Conero running. Tanta gente. Corsa molto sentita e con corridori tosti (ha vinto il keniano Julius Rono in 1h06’13” … “sa morti”). Organizzata bene, con perfino (questo dobbiamo impararlo) un punto di raccolta e controllo a vista delle borse e oggetti di valore che non andavano lasciati in auto. Ristori regolari, ma con sola acqua. Partenza dal porto e poi via, di volata verso sud, sul lungomare, in direzione di Porto Recanati, giro di boa e ritorno. Ambiente tipo Cavallino, ma con le palme al posto dei pini e la collina del Conero alle spalle di Numana. Sono riuscito a chiudere in 1h54’ con le gambine che cominciavano a farmi male. Un errore organizzativo c’è stato nella consegna dei pacchi gara a fine corsa: si è creata una coda di mezz’ora. Non tutto può essere perfetto.
Domenica invece il calendario sociale prevedeva il Venice Running Day, al parco San Giuliano. Diversi dei nostri vi hanno partecipato, ma una menzione particolare va a Cristiano Ostanello che, oltre ad essere sempre più primo nella classifica “Oll Scars”, si prende il lusso di arrivare secondo assoluto nella non competitiva di 18 km! Grande Cristiano!!
Tanti percorsi per una fantastica giornata dedicata al running.
Oggi assieme ad altri cinque compagni di squadra abbiamo calpestato alcuni luoghi caratteristici di Mestre correndo la "Panoramica" gara non competitiva di 18K con partenza e arrivo a Parco San Giuliano, passando per il bosco dell'Osellino, entrando nello scenografico Forte Marghera con un passaggio lungo la laguna.
Splendida giornata di sole (per fortuna prevedevano brutto!!) e, suddivisa nelle varie competizioni, molta gente presente, credo almeno 3000 persone.
Cosa dire, tutto bene organizzato, con pasta party finale preparato dai Vigili del Fuoco.
La mia corsa è stata per ordine di arrivo molto al di sopra delle mie aspettative con un secondo posto che mi ha dato gioia (molta).
Oggi assieme ad altri cinque compagni di squadra abbiamo calpestato alcuni luoghi caratteristici di Mestre correndo la "Panoramica" gara non competitiva di 18K con partenza e arrivo a Parco San Giuliano, passando per il bosco dell'Osellino, entrando nello scenografico Forte Marghera con un passaggio lungo la laguna.
Splendida giornata di sole (per fortuna prevedevano brutto!!) e, suddivisa nelle varie competizioni, molta gente presente, credo almeno 3000 persone.
Cosa dire, tutto bene organizzato, con pasta party finale preparato dai Vigili del Fuoco.
La mia corsa è stata per ordine di arrivo molto al di sopra delle mie aspettative con un secondo posto che mi ha dato gioia (molta).
Impossibile non citare Stefano Salmasi, che per cronaca ci fa sapere:
Perché:
- Arrivato in RitardoIn ogni caso mi sono divertito…
- Partito in Ritardo
- Arrivato ultimo degli Oll Scars
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