domenica 1 gennaio 2006

Un anno dopo…..finalmente Venice Marathon!, di Marco Menoia

Dopo 365 giorni di attesa, dopo aver rinviato il pettorale del 2012 per problemi fisici, finalmente adesso ci siamo! Venice Marathon 2013 sei mia e sto giro non mi scappi!!
Con questo pensiero mi sono preparato gli ultimi 4 mesi all’evento a cui avrei dovuto partecipare lo scorso anno ma che poi per problemi al tendine della caviglia mi ha visto dare forfait.
Dopo aver raggiunto un buon tempo alla maratona di Treviso, ho deciso di continuare a farmi seguire dal mio super coach per cercare di migliorare ancora: l’occasione giusta era proprio la Venice Marathon!
I mesi da luglio ad ottobre non sono stati proprio facili: ancora qualche problemino fisico, la testa che ogni tanto mollava dopo essere stata sotto pressione per intere settimane di fila…stava diventando davvero complicato preparare questa maratona, e più di qualche volta ho pensato di non farcela.
In questi momenti devo ringraziare soprattutto il mio coach, il mio collega Cristian e il Freccia Rosso che hanno sempre saputo infondermi fiducia e darmi la forza di andare avanti…quindi…GRAZIE FIOI!!!
Le ultime 3 settimane prima della Venice Marathon devo dire che sono state davvero positive, sono arrivato, per dirla alla Tondello, a raggiungere il mio “picco prestazionale” proprio in prossimità della maratona….non potevo chiedere di meglio! L’ultimo lungo da 36 km portato a casa alla grande, i 21 km chiuso con il mio personale e tutta una serie di allenamenti specifici portati a casa molto bene mi facevano davvero ben sperare. Ma si sa, la maratona riserva sempre sorprese, e fare troppi calcoli a volte può essere fatale!
I giorni passano velocemente e mi ritrovo così ad una settimana giusta dalla gara a non sentire ancora la tensione….se come no! Questo fino al mercoledì, ma dal giovedì mattina ero teso come una corda di violino!!!! In un nano secondo ho accumulato una tensione tale che mai avrei pensato! Le aspettative personali e quelle delle altre persone, sono improvvisamente esplose creando dentro di me tensione e paura.
Il giovedì e il venerdì passano così velocemente che sembravano giorni da 12 ore e non da 24! Arriva così il sabato, il giorno del ritiro pettorale insieme al mio collega Fuser e al compagno di squadra Fabio.
Partiamo quindi tutti insieme il sabato verso le 14.30 e arriviamo al San Giuliano tranquilli. Dopo aver ritirato il pettorale, facciamo un breve giro all’Expo e poi, dopo un saluto al mitico Flavio che ci ha allietato il pomeriggio con una visita guidata nel suo posto di lavoro, rientriamo.
La sera iniziano tutti i soliti rituali…preparazione sacca, scelta dell’abbigliamento, applicazione del pettorale sulla canotta ecc ecc…
Dopo un’ultima telefonata al mio collega Fuser, mangiato un buon piatto di pasta, me ne vado a letto confidando di dormire….la sveglia l’indomani era puntata alle 5 (ma con il cambio dell’ora mi è andata pure bene!)
Alla mattina mi alzo alle 4.50 bello riposato…non ci credevo, avevo dormito senza fastidi!!!
Fatta la colazione e ultimato gli ultimi dettagli, scendo in strada sulle 6.30 in attesa che passasse lo Schumacher di San Donà “PAOLO GAIOTTO” che con il pullmino della società ci avrebbe portato fino a Stra alla partenza.
Eravamo un bel gruppo davvero….8 guerrieri pronti a lottare km dopo km per raggiungere la vetta. Chi la prima, chi la seconda, chi l’undicesima…insomma, tutti avevano i proprio motivi per correre questa 28 Venice Marathon e portarla a termine! E pure io avevo il mio, dentro di me la voglia di puntare alle 3h10’ c’era e sapevo che mi ero allenato per poterci riuscire.
Arrivati a Stra, sbrigate le ultime faccende burocratiche, ci accingiamo verso le gabbie, un ultimo saluto e urlo di gruppo e poi via, ognuno verso la sua gabbia.
Io ero nella gabbia 2 da solo, e devo dire che varcare quella gabbia da “solo” un certo effetto me lo ha fatto.
Mancava mezz’ora alla partenza, la tensione saliva sempre più. Occupavo il tempo con esercizi di stretching e alcuni allunghi per sciogliere le tensioni muscolari. Guardo l’ora, 9.30…ormai era questione di pochi attimi! Qualche minuto di ritardo e finalmente lo speaker da il countdown…1 minuto alla partenza! In quel minuto mi sono racchiuso su me stesso, ho pensato a tutti i sacrifici fatti, alle persone che mi hanno sostenuto e a quelle che avrei trovato all’arrivo…ho accumulato più positività possibile e una volta riaperto gli occhi mi sono detto “vai Marco, vai e spacca”!
In quel momento sento lo sparo…ok si parte, Venice Marathon a noi due!!
Avevo deciso di correre con il mio ritmo fin dall’inizio, un ritmo leggermente più veloce di quello delle lepri delle 3h10, questo perché sapevo che nella seconda parte avrei potuto pagare qualcosa per la stanchezza e per il percorso più tecnico. I primi km passano veloci, sento che le gambe ci sono e non sento particolari segnali che mi facciano pensare ad una “giornata no”. Il contorno poi è stupendo, paesaggi bellissimi e pubblico caloroso non posso far altro che aiutarti! Il passaggio ai 10 km è buono, sono in perfetta media e decido di continuare così fino alle mezza. Decido di fare da subito tutti i ristori, la giornata era molto umida e calda e sapevo che non dovevo commettere lo stesso errore di Treviso, per cui decido di bere un po’ di più del mio solito. Passo la mezza con un buon tempo e mi lascio sempre alle spalle le lepri delle 3h10, la proiezione era buona e le gambe stavano bene. Il passaggio a Mestre in Piazza Ferretto è stato eccezionaleeee!! Pubblico caloroso, gruppi musicali che ti incitavano, tanti bimbi a darti il cinque…davvero un passaggio fantastico! Gasato da questo passaggio, continuo con il mio ritmo sapendo che da lì a poco sarei arrivato al Parco San Giuliano dove mi avevano detto non sarebbe stato facile.
In effetti il passaggio al Parco non è stato semplice, vuoi per i km che ormai cominciavano ad essere 30/31, vuoi per l’effetto saliscendi del parco, vuoi per il gran caldo, ma quei km sono stati davvero duri tant’è che le gambe hanno cominciato ad imballarsi. Ho dovuto calare leggermente il ritmo perché sentivo le gambe un pochino dure. Per fortuna ho trovato per ben due volte il nostro mitico Paolo che tra una foto e l’altra non ha smesso di incitarmi….GRAZIE PAOLO!!!
Riesco a gestire abbastanza bene questi km fino al km 35! Ho dato un’occhiata al crono e vedo che l’obiettivo è ancora raggiungibile, ma le gambe stavano cedendo! In quel momento, le lepri delle 3h10 mi prendono e mi superano, ma io sento di non averne per fare il cambio passo. Rischiare di forzare in quel punto, sul Ponte della Libertà ultimo (pensavo io!!!) baluardo prima della vittoria mi sembrava assurdo!
Ho deciso di gestire la corsa con la testa! Non è stato facile perché la fatica era tanta e le gambe erano davvero dure! Vedere poi attorno a me diversa gente fermarsi e camminare non era da stimolo per la mia testa anzi, erano tutte immagini che riducevano la mia forza di volontà!
In quel momento però, esattamente come a Treviso, ho capito che non dovevo mollare e ho pensato a tutte le fatiche fatte nei 4 mesi precedenti, alle rinunce e alle sofferenze…non potevo mollare proprio adesso!
Così rallentando ancora un pochino, trovo il mio ritmo che mi consente di arrivare fino alla fine del Ponte senza soffrire di più. Entrare a Venezia è stato per me un rinascere per la seconda volta!
E’ incredibile come immagini positive esterne abbiano un’influenza straordinaria sul corpo umano! In quel momento mi sono caricato, ho fatto l’ultimo ristoro al km 39 e sono ripartito. Non sapevo però ancora che da lì a poco c’erano gli ultimi “14 birilli” da buttare giù uno ad uno! I 14 ponti sono stati davvero tosti! Riesco a fare i primi decentemente, facendo però fatica a trovare il tipo di corsa perché nel molleggiare i ponti mi mandavano fuori ritmo ed io con le gambe dure non riuscivo più ad ammortizzare i colpi….un’agonia!!! Le forze mi stavano lasciando e mancavano poco più di 1km…dovevo tenere duro!
In pochissimi minuti mi ritrovo nella splendida piazza San Marco, passaggio stupendo ma che per noi maratoneti è costato non poco in termini di energie sprecate!! Ad un certo punto, prima della svolta dall’ultima transenna, sento una voce arrivare dalla mia sinistra che dice “forza zioooooo”!!! Mi giro velocemente, butto l’occhio e vede mio nipote con tutta la mia famiglia! NESSUN INTEGRATORE AL MONDO AVREBBE POTUTO DARMI UNA FORZA TALE COME QUEL GRIDO DI INCITAMENTO DA PARTE DI SIMONE!! Ho ripreso a correre per circa 250 m come una freccia! Una Bugatti Veyron in quei 250 m non avrebbe avuto scampo!!! Gasato a mille, riesco a proseguire ma l’euforia aveva i secondi contati….eccoli lì davanti a me gli ultimi birilli da abbattere!!! In 1 km c’erano praticamente 10 ponti….un massacro!!! Affronto i primi con grinta e tenacia, ma gli ultimi 5 sono stati davvero tosti! Decido di rallentare per paura di fermarmi per crampi, ormai li sentivo lì lì! Riesco ad avere ancora la forza per sorridere ad un’ultima foto su un ponte e proprio in quel punto scorgo il lontananza il gonfiabile dell’arrivo. Raccolgo le ultime energia, mi accingo a salire l’ultimo ponte con passo deciso nonostante il mio volto facesse vedere bene i segni di una guerra combattuta senza riserve, inizia la discesa dal ponte e sento delle grida da stadio arrivare dalla mia sinistra…erano mi miei amici Mek, Valentina, Giacomo, Alessia e Angela che stavano urlando come dei pazzi! Altra botta di adrenalina che riesce a farmi fare gli ultimi metri in progressione!
Arrivo al traguardo e stoppo il tempo…3h15’20”!! Il mio PB ottenuto in quelle condizioni a Venezia…davvero non potevo chiedere di più!

Ma la mia gioia più grande è stata quella di aver condiviso con tutti gli altri 8 che hanno partecipato a questa 28 Venice Marathon, emozioni, sorrisi, gioie, fatiche e sudore! E se posso permettermi, senza nulla togliere agli altri, la mia felicità è doppia perché il mio amicone Fuser ha abbattuto il muro delle 4h dopo tanti sacrifici. Lo dico con estrema felicità visto che, questo strepitoso percorso, lo abbiamo iniziato insieme qualche anno fa così, senza nemmeno sapere che saremmo poi arrivati fin qui. Adesso chissà quali altri traguardi ci aspetteranno…ma non ha importanza quale sarà il loro nome, noi sappiamo bene che… “comunque vada sarà un successo”!!!


1 commento:

  1. Grandissimo Marco!
    Tanti sacrifici e tanto sudore ma gioia immensa che ti ripaga di tutto.
    Salvatore

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