mercoledì 8 ottobre 2014

La maratonella…manna per i “veneziani”

In questo periodo, diversi dei nostri Oll Scars puntano l’obiettivo alla Venice Marathon. Ed a 3 settimane dall’evento, la Maratonella di Campalto capita a fagiolo per l’ultimo lungo, oltre che respirare l’aria del percorso della maratona.

Anche per questa edizione, i nostri portacolori non potevano mancare. Stefano Cotali, Giancarlo Brollo, Fabio Rainato, Francesco Brussolo…e la cronaca affidata a Fabrizio Rosso:

Maratonella 2.0.1.4.: corsa dei tre parchi, tre ponti, tre boschi, tre forti. Cade sull’evento di Campalto la scelta di provare la tenuta sul trentello.
Viaggio in direzione Campalto in ottima compagnia: Fabio e Francesco cercano conferme sulla strada per Venicemarathon. Parcheggio enorme messo a disposizione dagli organizzatori che dal punto di vista logistico risulteranno ineccepibili. Gli stessi peccheranno purtroppo sotto altri profili che indicherò in seguito.
Incontro Enrico, vecchio amico ex-compaesano e compagno di molte corse, e tra una chiacchiera e l’altra dopo il caffè d’ordinanza, imbastisco un riscaldamento formato mignon (5’ corsetta + immancabili allunghi).
Mi allineo alla partenza: la giornata promette bene. Il meteo soleggiato saluta i circa 600 runners impegnati nella competitiva. Il deejay offende i timpani, almeno i miei, con della dance d’accatto sparata a palla e decisamente fastidiosa. Per fortuna, il mio inseparabile lettorino mp3 mi soccorre: “Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting....I'm a lonely boy”.
I Black Keys allietano la mia solita partenza a palla: primo km coi primi (3’32”). Secondo km con un po’ più di giudizio. Al terzo km mi stabilizzo su un ritmo ragionevole anche perché, in questa fase, lo sterrato non propriamente battuto non favorisce certo gli appoggi.
Attorno al quinto km entriamo nel primo dei tre boschi previsti di cui ignoravo bellamente l’esistenza. Molto bello, un polmone verde nei pressi di una bruttura suburbana qual è Mestre. Si procede entrando ed uscendo attraverso altre aree boschive molto suggestive che non saprei ricollocare a memoria. D’altro lato, un percorso così tortuoso avrebbe meritato delle segnalazioni migliori.
Attorno a metà gara, riconosco le stesso identico percorso della mezza di Mestre: inizio a gestire. Non sto correndo affatto bene, molto storto, ma i km passano ed il ritmo non pare risentirne troppo. Corro da solo. Sono al diciottesimo ed inizia a materializzarsi il San Giuliano. In pochi minuti ci sono dentro. Inizia ad alzarsi il lezzo della laguna e si solleva pure una decisa brezza contraria. Fortunatamente comincio a recuperare qualche “zombie”, partito troppo forte ed i sorpassi m’infondono fiducia. A mia volta vengo superato da tre/quattro runners che giudiziosamente affrontano la gara in progressione.
Sono al venticinquesimo km con i riferimenti del garmin totalmente sballati ed una gran sete: si esce dal Parco, percorrendo una stradina sterrata stretta e molto bella, il Troso di Campalto, con, su di un lato, un piccolo canale di raccordo con delle imbarcazioni tipiche, ad un livello più alto della stradina di gara. Arrivo al ristoro e non vedo l’ora di bere. Non mi passano niente: bicchieri vuoti e totale assenza di bottigliette da mezzo. All’ultimo, preda della disperazione, arpiono una bottiglia da litro e mezzo e riesco a dissetarmi. Come ai precedenti ristori, non ho trovato quasi nulla da bere. Evidentemente gli addetti sono troppo lenti a riempire bicchieri o a esporre le bottigliette da mezzo sui banconi e dopo il transito dei partecipanti alle non competitive, per noi della competitiva, non sono riusciti ad organizzarsi per tempo.
Soprassiedo! Mancano cinque km e comincio a sentirmi stanchino: si alza leggermente il ritmo. Comunque sto bene e negli ultimi cinque minuti decido di accelerare un filo. Lungo il rettilineo finale, do il cinque a due/tre bimbi sorridenti.
Taglio il traguardo soddisfatto in 2h03’13”. Il percorso non omologato risulta ben più lungo dei trenta km indicati dalla rilevazione ufficiale TDS ed il posizionamento dei cartelli sfalsato.
Traendo le fila, percorso stupendo, ristoro finale apprezzabile, atmosfera amicale. Aspetti migliorabili: una più attenta segnalazione del percorso in certi punti critici, necessità di ristori dignitosi in gara, corretta misurazione del percorso.

Non tutti a Campalto però. Attilio Moregola ha scelto la prima edizione della Forest Run, sul Cansiglio. Il racconto della gara al link seguente.

1a Forest Run, di Attilio Moregola

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