lunedì 1 gennaio 2007

9…e non sentirle!, di Ermete Pastorio

Maratona di Firenze 2014. Giornata uggiosa e umida. Tanta, tanta gente. Presenti, nelle gabbie: io, Cristian e Alberto ma non ci siamo visti a causa della moltitudine di corridori. Sono patito con la massa di corridori e il serpentone si è spalmato per le strade di Firenze compatto, quindi non c’era modo di correre col proprio ritmo: era necessario adeguarsi alla massa. Io sono “evaso” dalla processione e, approfittando dei vialetti laterali o dei marciapiedi, ho finalmente potuto correre a modo mio. Ho inseguito i palloncini delle 3.30 fino al 18 km e poi ho iniziato a rallentare inesorabilmente. Non ho mai mollato, fermandomi solo ai ristori dopo la mezza. Quando sono arrivato davanti al duomo, dopo il 40° km (almeno credo), mi sono sentito chiamare e l’incredibile Aldo era li, appiccicato alle transenne, forse non l’ho nemmeno salutato per la stanchezza. Mi sono sentito battere la spalla, era Alberto che mi faceva coraggio vedendomi ansimante. Alberto mi ha superato ed io ho cercato, inutilmente, di seguirlo. Mi sono fermato un secondo davanti al tabellone che indica i 41 km per la foto che faccio ogni volta ed è diventata una tradizione per me. Poi via, verso il tappeto blu percorrendo “l’interminabile” ultimo chilometro. Ho finito questa maratona davvero stremato. Fortunatamente non sapevo che Cristian era di poco dietro a me altrimenti avrei avuto una scusa per fermarmi nell’ultimo tratto di corsa. Organizzazione perfetta, bella partecipazione di gente che, forse, era costituita principalmente dai parenti dei corridori. Triste sciagura, la morte di un corridore di 38 anni a un chilometro dall’arrivo. Anche Firenze è andata. A Dio piacendo la prossima corsa a Pisa.

Un PB amaro, di Cristian Fuser

E' difficile da raccontare, perché mi lascia in bocca quel sapore dolce amaro del quale non puoi essere soddisfatto al 100%, ma del quale non ti puoi neanche lamentare troppo.
La mia Firenze Marathon comincia l'ultima settimana di agosto, una rincorsa di 3 mesi, fatta di 670 km di allenamenti, nel mezzo dei quali ottengo il mio best nella mezza e raccolgo ottime sensazioni sul mio stato di forma.
Parto alla volta di Firenze il venerdì mattina, all'Expo direttamente nel pomeriggio per il ritiro del pettorale, così tutte le pratiche burocratiche sono completate. Sabato alternato tra turismo e riposo, cena tranquilla e alle 10 sono già a letto. Ormai so che la nottata precedente le "grandi" competizioni mi faccio prendere dalla tensione, quindi sfrutto il primo filo di sonno e mi addormento. Mi risveglio alle 2, con la sensazione di aver dormito tantissime ore...poi dormiveglia fino alle 6.10, ora della sveglia. Bagno, colazione e poi esco per un breve riscaldamento: è bellissimo vedere Firenze un po' prima dell'alba (perché è ancora buio), giro attorno al Duomo, affiancato dalle transenne che i volontari stanno finendo di piazzare sul percorso. Qualche goccia di pioggia, caldo. Allunghi e rientro in camera. Bagno e vestizione con gli indumenti scelti per la gara. Alle 7.30 sono in strada con Ottavio per raggiungere la zona partenza. Mi chiama subito Alberto, fortunatamente in orario con il treno, con il quale mi trovo in partenza per dargli il pettorale che gli ho ritirato venerdì. Tappa bagno, consegna borse e via in griglia, con Ottavio e Alberto, Ermete non si vede in quella folla di gente. Mezz'ora da attendere prima del via, si chiacchiera, si smorza la tensione, non piove, ma l'umidità è altissima. No buono.
Alle 9.20 finalmente si parte!! La mia ultima maratona è targata Venezia 2013, per cui è più di un anno che non provo queste emozioni...passo sotto la linea di partenza con un paio di minuti di ritardo rispetto allo sparo, molto lentamente vista la marea di gente e, dopo 20 metri, fermi!! Sì, proprio fermi! Un ingorgo immagino...si riprende dopo qualche secondo, qualche decina di metri ancora e...fermi!! Di nuovo!! Poi fortunatamente si parte e si può cercare il ritmo. Primo km di conseguenza andato con un ritmo più alto di quello stimato da tenere in gara, ma decido di andare cauto e non cercare di colmarlo subito, pertanto mi piazzo alla mia andatura fissata e cerco di godermi la corsa.
Punto i palloncini delle 3h45' e penso che non ci metterò molto a sorpassarli, visto che il mio obiettivo è ben sotto quel tempo, ma in realtà, mi trovo accodato a loro tenendo il passo che ho prefissato, quindi deduco che stiano andando ben oltre il ritmo che dovrebbero tenere...infatti mi ci vogliono 12 km per sopravanzarli!
I km proseguono bene, tengo il ritmo senza fatica, mi guardo attorno per gustarmi i luoghi in semplice attesa del 30esimo km e oltre, dove si accenderà la gara. Memorabile il passaggio in prossimità di ponte Vecchio, un po' prima di metà gara, dove una folla incredibile incitava il passaggio dei runners!!
Al passaggio della mezza sono in ritardo di un paio di minuti rispetto al tempo stimato. Non me ne preoccupo, sono concentrato a tenere il ritmo per poi giocarmela nel finale di gara.
Attorno al 30esimo siamo nella zona dello stadio, non granché questa parte di percorso, ma cominciamo ad entrare nel momento clou. Mi sento abbastanza bene, a parte qualche dolore al basso ventre non meglio identificato e al fianco destro, ma che scompare dopo che al ristoro ho bevuto un bicchiere di sali minerali. Il ritmo rallenta un po', comincio a sentire la fatica e l'umidità non mi aiuta (già visto in altre competizioni). Arriviamo però nel momento più bello della gara, perché stiamo per arrivare in centro! Al 35esimo km le sensazioni sono ancora discrete, incontro Angela che mi carica, è insieme ad Aldo che mi filma e che mi dice che Ermete ed Alberto sono avanti solo un paio di minuti (mi dirà poi anche che mi ha visto più fresco degli altri...). Siamo giunti al momento che aspettavo e che fa decisamente da spartiacque: o ne hai, o cerchi qualche espediente per venirne fuori. Qualcosa ho, o almeno mi sembra...dovrei aver risparmiato nei km precedenti per non buttare via tutto ora...ma le gambe si fanno pesanti ed i km diventano sempre più lunghi! Al 36esimo mi raggiunge Ottavio, tiene un gran bel passo, che io non ho e quindi lo perdo...progressivamente decelero...le 3h40' sfumano come obiettivo, devo purtroppo raschiare il fondo per venirne fuori, cosa che volevo assolutamente evitare ed ero convinto di riuscire a fare. In prossimità del ponte Vecchio mi raggiungono i palloncini delle 3h45', se riuscissi a rimanere con loro sarebbe una gran cosa, ma non riesco a tenere neanche il loro passo...piano piano mi sta scappando anche l'obiettivo delle 3h45'! Accidenti!! C'è comunque ben poco da fare, c'è da stare tranquilli e dosare quello che rimane...cosa che faccio e non penso ad altro. Mi godo le ali di folla che mi circondano in piazza della Signoria, in piazza Duomo...40esimo km e ristoro, proseguo a ritmo blando, cartello del 41esimo km e mi viene da ridere pensando che anche qui Ermete si sarà fermato a fotografarlo, come fa d'abitudine. Nuovo passaggio sul viale della partenza e scorgo una scena strana, probabilmente non sono nemmeno così lucido per comprenderla: dei volontari con dei teli bianchi circondano una zona, ambulanza vicina...(R.I.P. Luigi). Proseguo sul Lungarno, passaggio davanti alla biblioteca, ormai è finita, ingresso trionfale in piazza Santa Croce, tifo alle stelle! E' fatta! Non come voluto e preventivato...ma vogliamo buttare via un personal best, che migliora il precedente di 9 minuti???

Pazienza e Solitudine – Il Coraggio di Osare, di Andrea Bonato

…la corsa è  “PAZIENZA E SOLITUDINE”...ma da oggi anche IL CORAGGIO DI OSARE !

Il PASSATORE non è una corsa...per me fin dall’inizio è stata una “SFIDA  intima personale”...un tarlo che si è insediato nella testa 2 anni fa.

Fermo per una sciatica che non mi dava pace, i compagni ti dicono “dai, non mollare, vedrai che tutto passa...”, ma la sciatica è qualcosa che ti accompagna SEMPRE, è sempre LI’ e  quando decide si fa sentire, ti fa male...ti fa sputare nero !!

Non potevo illudermi e continuare ad insistere...allora ricordo un vecchio proverbio cinese che  dice: “se il tuo nemico è più forte...fattelo amico”. Quindi cambio strategia, basta velocità, basta forzare, decido di controllare questo dolore...di non provocarlo, ma “accarezzarlo”, farlo amico, così da lasciarmi fare quello che più mi piace: CORRERE!

Era il 2012: ad una premiazione degli OLL SCARS al palazzetto, il presidente premia Massimo Bonato e Francesco Zamuner, eroici nell’aver portato a termine questa sfida.

Non li conoscevo, ma già nutrivo ammirazione per quello che avevano fatto. Ci posso riuscire? Sono così TENACE? Saprò essere SEVERO negli allenamenti? Ho il CORAGGIO di osare?

In quel momento mi sono promesso: se VINCO la sciatica e sto bene questo sarà il mio obiettivo...100 KM...il PASSATORE e la sua storia!

....invece questa è la mia storia, il mio Passatore...

Non seguo tabelle, come al solito faccio d’ISTINTO, corro e basta, con il solo imperativo di allenare la resistenza, resistere, resistere, resistere...

... gennaio, febbraio...tutto fila liscio fino a metà marzo, poi CRACK...dannata sciatica di nuovo fermo 20 giorni. Corro, corricchio, energie, motivazione, umore...zero meno di zero...il sogno sta svanendo...non erano più 100 km, diventavano sempre di più...una montagna 1000...10000 km, non riuscivo a darmi pace...inizio a realizzare che dovrò rinunciare, ma la mente non vuole accettare...manca ARMONIA tra corpo e mente, capisco che non c’è unione!

OK faccio di testa mia ACCETTO lo stop forzato, mi chiudo in me stesso, dormo riposo e tanti integratori...dormo riposo e tanti integratori , non voglio nessuno intorno a me, amici clienti, fuori da tutto...il minimo necessario, DEVO raccogliere le ENERGIE !

Ai primi di aprile riparto...corro corricchio...nuova energia pulsa dalla pelle...le gambe stanno bene, l’osteopata mi mette in piedi e mi dice “vedi tu...” e come al solito decidiamo noi RUNNERS dei nostri mali...faccio un lunghissimo di 58 km...alla fine sono stremato, non mi sono mai spinto fino a questo limite, e pensare che è solo la metà…la gamba regge e la TESTA di più ancora...3 settimane alla partenza, il solco è segnato, NON SI TORNA PIU’ INDIETRO...SI VA!!!

IL GIORNO dello START. Il sabato mattina prima di partire abbraccio e do un bacio al mio bambino Matteo (5 anni) e gli dico  “vado a fare una corsa lunga  lunghissima, 100km...100.000 mt!!!” il mio bimbo mi risponde “Ma PAPI 100.000  è tantissimo, è “un miardo”, ricordati di portarmi la medaglia...promesso PAPI?!!”. Con questa promessa son partito, il cuore pieno di energia e soprattutto  in ARMONIA!

Il mio obiettivo non era velocità, calcoli dei ristori, passo al km, niente di tutto questo...VOLEVO E SAPEVO CHE SAREI ARRIVATO, VOLEVO E SAPEVO CHE SAREI ARRIVATO, Punto !!!!!!!
(sinceramente avevo fatto un patto con il diavolo , di lasciarmi stare la sciatica della gamba sinistra e che un “fioretto” l’avrei fatto!).

La sfida è iniziata dopo il passo della Colla...sapendo di aver già fatto 50 km, le gambe stavano bene...ma soprattutto la testa...in ARMONIA...metto la foto di mio figlio Matteo sotto la maglia e VIA...corro senza stanchezza fino al 70 km...non mangio più niente, lo stomaco è chiuso...solo brodo e the...solo brodo e the...ma senza zuccheri i muscoli iniziano a torcersi, a gonfiarsi, a pulsare in posti che non conoscevo...i crampi iniziano...meglio rallentare e camminare di più, scopro un cielo stellato che fin prima MAI AVEVO VISTO, anche le cose più banali diventano Importanti, le immagini e i ricordi ogni cosa bella della mia vita girano come turbine nella mente producono energia per le gambe...erano le 3.30 e mancavano meno di 10 km....ero certo di arrivare...più ci pensavo più nasceva nuova energia...in quei momenti ho capito il perché di questa sfida...la mia anima “irrequieta”  trova pace solo nelle condizioni limite per me...di alzare sempre l’asticella della vita…di pretendere qualcosa in più...la fortuna di avere 1 VITA e la fortuna di poterla sfruttare al meglio, dandogli SEMPRE un SENSO...SEMPRE UN SENSO...IO LA CHIAMO “IL CORAGGIO DI OSARE“.

Questa esperienza ha ulteriormente forgiato la mia anima, la forza di non mollare mai, non ci sono ALIBI, sei solo TU E TE STESSO, non puoi mentire...e se lo fai...non arrivi alla fine, questa è una regola di VITA questo è il significato di una 100 km !

L’arrivo è stato tiepido, senza folla...ma la GIOIA IMMENSA ERA ED E’ DENTRO DI ME!

Dedico a me stesso,  a mio padre che è stato la stella polare, al mio bambino Matteo a cui ho mantenuto la promessa, a mia moglie e gli amici della montagna che mi hanno sostenuto fin dalla vigilia (Claudio, Stefano, Max, MAXblogger, Silvano, Fabio...etc) ad ALESSANDRO il toscano...persone troppo importati per me.

Grazie ai 4 MOSCHETTIERI...Massimo – Franckzam – Franckbrus...ci siamo accompagnati in questa avventura...divertendoci !

....e adesso una altra sfida mi aspetta...Il monte BIANCO!!

grazie...grazie...grazie

Olà  a tutti!

Andrea BONATO

La decima!, di Ermete Pastorio

Pisa Marathon 2014.

Sono arrivato a Pisa con un solo obiettivo: finire la maratona, non importava con quale risultato. Volevo chiudere la stagione per rimettere in ordine le idee, lasciare spazio ad altri obiettivi e, in previsione futura, togliere spazio alla corsa per riprendere in mano la pagaia.
Le ultime corse mi avevano un po’ demotivato, le gambe non giravano come volevo ed io non riuscivo a trovare il mio equilibrio. Una maratona quindi, la decima dell’anno, per chiudere in bellezza, mi sembrava una buona idea.
La notte l’ho passata dormendo male, il raffreddore che mi tormenta da settimane era peggiorato e la mattina ho calcolato male i tempi per arrivare nelle griglie di partenza. Sono giunto nella zona start a soli cinque minuti dal via. Nemmeno il tempo di un breve riscaldamento, nemmeno il tempo di stirare i muscoli, e sono riuscito a intrufolarmi tra i corridori pronti la via spostando una transenna. Avevo ancora in mano le cose che ci si porta di solito, barrette ecc. quando ho sentito lo sparo e ... bo? Partiti!
Via dunque, sistemandomi in corsa le cose. Avevo scelto di correre in costume da bagno, maglia, canotta e bracciali. La corsa è partita veloce con i corridori che gareggiavano per la 21 a fare la velocità. Io subito ho iniziato a farmi sorpassare da tutti, ho avuto la sensazione che, ancora una volta, avrei sofferto la corsa senza entusiasmo. Mi sono rassegnato e mi sono costruito la mia andatura indifferente da quello che mi circondava. Dopo una decina di km, al bivio della 21, un trevisano di Roncade ha riconosciuto la maglia degli Oll Scars e abbiamo scambiato poche parole. Io mi sono lamentato del fatto che non ero "in giornata" e che faticavo a tenere il ritmo. Io corro senza GPS e quindi non avevo idea dei tempi. Davanti a me dei palloncini verdi che credevo, essere quelli delle 3h30’ e, dietro di me, dei palloncini azzurri che credevo, essere quelli delle 4 ore. Mi ero intestardito e correre e non volevo farmi raggiungere dai palloncini azzurri. Sentendo la mia delusione, il trevisano ha guardato il suo GPS e mi ha detto: “No, no, se andiamo così, chiudiamo in 3h30’.
Attimo di stordimento e poi il trevisano si è messo davanti a me a, una ventina di metri. Io dietro, non riuscivo a raggiungerlo ma nemmeno lui riusciva a scapparmi.
Mentre correvo, cercavo di riordinare le idee e capire bene il da farsi. Le nuvole, di tanto in tanto, coprivano il sole e, di conseguenza, io alzavo o abbassavo i manicotti a seconda del freddo. Poi una fredda pineta e poi il Lido. Il mare non si vedeva ma si capiva che era vicino, oltre le siepi e oltre gli alberi.
Il nostro percorso di gara è entrato in una strada per un giro di boa con la lettura dei tempi sulla mezza, quindi, andando, ho visto che sull’altra corsia, tornavano i palloncini verdi che stavano davanti a me, e ho letto 3h15’. Ho fatto il giro della boa e al ritorno ho finalmente letto il tempo segnato sui palloncini che stavano, almeno, un paio di minuti dietro di me: 3h30’. Non avevo più dubbi. Sapevo che alla fine mi avrebbero raggiunto, quindi dovevo solo portarmi il più avanti possibile e guadagnare chilometri in modo da farmi raggiungere, almeno, oltre il 30° km. Il mare che ora si vedeva alla nostra sinistra, era freddo e grigio nonostante il sole. Abbiamo girato a destra per imboccare la strada del ritorno a Pisa e un vento, freddo, mi ha investito. Sentivo il vociare del gruppone delle 3h30’ dietro di me che si avvicinava, ma non volevo mollare. Ho anche saltato un ristoro per non perdere tempo. Poi al 35° mi hanno raggiunto ma oramai era fatta. Nel gruppone, il trevisano che, molto furbescamente, aveva rallentato per mettersi al riparo del vento all’interno del gruppo, m’incitava a non mollare. Io ho cercato di rimanere al loro passo ma la benzina stava finendo e ho preferito rallentare un pochino ma con la sicurezza di arrivare alla fine correndo.
Ho corso gli ultimi chilometri facendo calcoli mentali per capire di quanto potevano avermi superato e poi, la città è arrivata all’improvviso. Ultimo ristoro, un sottopasso, la torre di Pisa che svettava tra i palazzi e gli alberi, la foto alla tabella dei 41, le ultime curve e finalmente la piazza dei Miracoli. Mi sono avventato sulla linea del traguardo con un brutto ghigno (di sorridere non se ne parlava nemmeno) e quando ho visto il tabellone … 3h36’ ho urlato: “Grazie Pisa”. Poi basta, un’overdose di emozioni, gli occhi lucidi e nessuna voglia di parlare. Certo, come disse il buon Manzoni “del senno di poi ne son piene le fosse”, riconosco di avere commesso alcuni errori ma questo straordinario risultato mi da un forte stimolo a continuare e a perfezionare le strategie. Avanti dunque, a quando la prossima?

Pisa (15)

Corsa…a casa!, di Attilio Moregola

Dobbiaco è uno dei posti nel mondo dove mi sento a casa (forse anche più che a Fossalta), logico che non potevo farmi mancare questa corsa.
Da quando mi sono iscritto ho sempre pensato a come sarebbe andata, avrei voluto prepararla al meglio, ma fra i vari impegni non sono mai riuscito a correre i 30 km per prova; quindi durante la gara sarà la prima volta in assoluto in vita mia che correrò per 30 km consecutivi...(solo a dirlo mi mette paura...con tutto il rispetto per  "i passatori" ) sono arrivato al massimo a 22.
Gli obiettivi sono nell'ordine:
1) Arrivare con le proprie gambe
2) Arrivare senza fermarsi
3) Stare attorno alle 3 ore.
4) Ci può essere di più ?
Arrivo in Val Pusteria il sabato pomeriggio, ritiro del pettorale (2524) e poi passeggiata di beneficenza di 8,5 km con mia moglie e mio figlio, intorno al lago di Dobbiaco per sgranchirsi le gambe.
1 Giugno 2014
Parto la mattina presto, alle 6.30 sono alla stazione dei treni di Dobbiaco, da dove i pullman ci portano a Cortina. Quando arriviamo il termometro segna 7 gradi, ci accolgono nello stadio del ghiaccio con the caldo e biscotti, l'attesa sarà ancora lunga, si parte alle 9.30.
In ogni caso il tempo passa velocemente e alle 9.10 veniamo radunati e fatti sfilare per le vie del centro fino alla partenza. Un po' di attesa, qualche chiacchiera e si parte. Bellissima la marea di colori che si muove, vedo attorno a me maglie e canottiere di ogni parte d'Italia (Firenze, Torino, Roma, Foggia, Udine, Sassari ..... ).
Inizia subito la salita che ci porterà dopo circa 14 km a passo Cimabanche, durante il percorso il panorama è mozzafiato, mi rimangono molto impressi i passaggi dentro le gallerie quasi buie ed un ponte in ferro che collega due lati della montagna.
Arrivati quasi a Cimabanche ai lati della pista troviamo la neve...in certe zone anche 30/40 cm.
Le gambe girano, infatti arrivo al 10km in circa 50 minuti...10 prima del previsto. Una volta scollinato inizia la discesa...piacevole all'inizio ma poi si farà sentire. Al 19esimo km, al Lago di Landro, mi sento chiamare a gran voce...mia moglie e mio figlio che per la prima volta mi vedono correre...mi emozionato molto e sento un nodo in gola.
Dal 21esimo km inizia la vera sfida, le gambe iniziano a farmi male...e dal 25esimo in poi sarà una corsa contro quella vocina che dice fermati e cammina...arrivo stremato in qualche maniera agli ultimi 500 m senza mollare.
A 100m dal traguardo mi sento incitare : "Vai Attilio...". E' Marco Menoia che è venuto a fare il tifo. La scarica di adrenalina è forte, faccio uno scatto e chiudo in uno strabiliante: 2h29’06” (nemmeno nei sogni ci avrei mai sperato).
Bellissimo ....
Finalmente posso distendermi sul prato a guardar le nuvole e riposarmi un po'.
La data per il prossimo anno è già fissata...31 Maggio 2015.

Attilio alla CDRun 2014