lunedì 1 gennaio 2007

Faccio Venezia e poi me ne vado...di Fabio Rainato

venice_rainato Ciao a tutti, domenica scorsa ho coronato un sogno che portavo nel cuore da quella fredda mattina di Ottobre 2012 quando proprio a Venezia ho fatto il mio esordio in Maratona....L'obiettivo di scendere sotto le 4h in gara l'avevo già centrato a TV a Marzo mettendo a segno un anomalo Personal Best correndo a casaccio e con soddisfazioni marginali.
A Venezia la gara ha tutto un altro sapore. 
L'ho voluta affrontare per la terza volta consecutiva perché mi ha stregato e sapevo che non avrei trovato soddisfazione maggiore in altre corse.
Un paio di mesi fa mi sono messo nelle pazienti mani di Fabrizio Rosso che ha accettato con me la sfida di accompagnarmi fino al traguardo, seguendomi negli allenamenti, motivandomi con consigli e spronandomi a non perdere mai la concentrazione nei due mesi che precedevano la gara e posso giurare, che al di la dell'impegno dimostrato domenica, il vero sudore un atleta lo versa nei mesi in cui si prepara alla competizione. Ho cambiato atteggiamento, passo, approccio, e ho lavorato molto sulla capacità di mantenere alto il livello di concentrazione e di autocontrollo per varcare i miei limiti fisici e mentali che in precedenza, mi hanno visto sempre capitolare intorno al 27°km...
Domenica il sole è sorto per coronare un piccolo grande trionfo!
Al via ero deciso e convinto che sarei arrivato a Venezia senza scuse: due ritiri in maratona negli 11 mesi precedenti, ma il pensiero non mi turbava perché sapevo di essermi preparato con passione e potevo aspettarmi grandi cose. Da subito le gambe rispondono allegre ad ogni tentativo di contenere il passo perciò decido di non ostacolare ciò che il mio si corpo sente di darmi in termini di resa e, avanzo più veloce del previsto, ma bene.
Non avevo pensieri, ero sereno, ristori rispettati, gel assunti al momento giusto, ed i km scorrono sotto i piedi.... in un attimo sono a Marghera. Fin dall'inizio osservo davanti a me dei palloncini viola a poche centinaia di metri che sembrano via via avvicinarsi e comincio a chiedermi se faccio bene ad affidarmi alle lepri. La Maratona è una questione di testa e perciò, conoscendo i miei limiti e le insidie della gara, decido che provare a correre in compagnia possa essere la scelta opportuna e così, al 24°km sono assieme al gruppo che segue le lepri delle 3h 50'. Noto al mio fianco un atleta sui cinquant'anni che correva completamente scalzo e in cuor mio penso che la Maratona è magica perché regala anche queste emozioni: caspita....42km scalzo!!! Io ho affiancato un vero eroe!
La strada fatta in compagnia attraversa le vie di Mestre e si arrampica sul cavalcavia del Parco San Giuliano, scende nel verde, affianca l'Expo e dirige inesorabile verso la laguna.
Prima del 32° cedo.
Mi ritrovo a camminare come era previsto ma gioisco consapevole di essermi spinto oltre il mio limite precedente e anche se l'obiettivo del personal best si allontanava con le lepri, io continuavo a credere nelle mie possibilità perché al traguardo volevo giungere entro le quattro ore.
Salgo sul Ponte della Libertà con calma e senza strafare perché so che in quel tratto la corsa presenta il conto....
Abbozzo una timida ripresa di ritmo prestando attenzione a come il mio corpo risponda alla carenza di energie del momento e faccio ben poca strada prima di crollare nuovamente. Ancora speravo di poter dire la mia se solo fossi riuscito a superare presto la crisi, magari entro il 35°km ma niente, l'agonia continuava e la mia avanzata era scandita da pause continue ma brevi. Ero in difficoltà, ma non volevo mollare il passo....riprendevo, piano, ma correvo. Guardavo continuamente il Garmin ed in testa cominciavo a fare conti di medie, di tempi, di velocità, di difficoltà del percorso, di tempo speso ai ristori ecc....Minuti interminabili, ma la strada scorreva, ed il ponte finiva. Quando si entra a Venezia, dopo una svolta a destra si affronta un lungo rettilineo dov'è fissata la bandiera del 37°km e li l'atleta rinasce: mancano solo 5 km, è più facile fare i conti, sei sfinito ma la città ti si cinge attorno e comincia a prendersi cura di te. Affronti le curve che conosci già....le hai già percorse due volte, e ti ritrovi nuovamente li, più forte che in passato, più deciso e più consapevole del tracciato. Aspetti il ristoro dietro al muro e poi ti lanci sui ponti verso il 40°km....la folla lungo il tracciato comincia farsi sentire, Venezia ti applaude da ogni calle, da ogni ponte, da ogni anfratto, dai traghetti, dai balconi e la crisi è ormai un ricordo, e pensi a quando hai preso il via, determinato a non mollare per nessuna ragione, e senti che oramai è fatta!!! Niente più pause, si corre scarichi....non c'è più forza a spingere le gambe, solo il trasporto emotivo di quella cornice di folla che applaude al tuo passaggio, che ti accoglie per il giro d'onore in piazza San Marco e ti sprona a lanciarti verso l'ultimo km sui quattro ponti che ancora mancano. Crampi, fatica, dolore, non ricordo se ho mollato ancora ma, se anche è stato mi son prontamente ripreso e tuffato avanti perché ad ogni reazione, la folla applaudiva e mi sosteneva perciò, in un simile teatro, senti di essere tu lo spettacolo e vuoi ricambiare quel pubblico, che in quel momento è li per te!
Il cronometro è tiranno ed i secondi scorrono senza aspettarmi....Le 4h si avvicinano e tiro fuori le ultime energie: in pochi secondi, scendendo da quell'ultimo ponte, avevo la possibilità di coronare un successo o di vederlo sfumare nel modo più imperdonabile possibile.
Mancano 20" quando scendo la passerella....
accelero,
cavalco,
allungo il passo,
ci riesco,
sono al traguardo e.....
te lo avevo promesso Fabrizio: mi stendo a fare le flessioni prima dell'arrivo, poi mi rialzo e sfilo sotto il gonfiabile!
Venezia, questa volta sei mia in 3h 59' 55"!!!!
.....veramente commosso....

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